«Per deliziarci di quella magia, da lettori saggi, leggeremo l’opera di un genio non con il cuore, e tantomeno con il cervello, ma con la spina dorsale perché è lì che si manifesta il fremito rivelatore».
Questo è Nabokov, in un celeberrimo passaggio delle Lezioni di letteratura. Da quando l’ho letto ho provato a farci caso e tracce del fremito rivelatore, pero ora, niente. Una volta mi sembrava di sì, stavo leggendo Controcorrente di Huysmans, e più che un fremito era una specie di prurito, proprio in fondo alla spina dorsale. Dopo un paio di giorni ho scoperto che non era il genio di Huysmans, bensì il fuoco di sant’Antonio. Brutta giornata, quella – e pure quelle dopo.
Ho ripiegato quindi su una teoria tutta mia, che ho battezzato la Teoria dell’Ohilà! Certe volte mentre leggo mi pare di sentire una voce che dice proprio così: Ohilà! È una vocina, anzi, per nulla fracassona, che prende la parola con timidezza e solo quando ci tiene davvero a sottolineare qualcosa. Mi è successo anche oggi, leggendo su una rivista online il racconto di un autore che non conoscevo – e che a quel che mi risulta non ha pubblicato nulla al di fuori dalle riviste. Ohilà!
Quello che risveglia la vocina, di solito, è un particolare.