disappear here (una spiegazione)

In breve, ecco quello che è successo: di recente ho attraversato – lo sto attraversando tuttora – un periodo piuttosto tormentato. E mentre provavo a trovare un modo per restare a galla mi sono reso conto che a peggiorare ulteriormente la situazione, tra molte altre cose, era il chiacchiericcio continuo – il mio, prima di tutto.
Così, come spesso succede quando non sei lucido, ho fatto una cosa scomposta e istintiva – il che, attenzione, non vuol dire per forza di cose sbagliata. E cioè ho preso e ho cancellato tutti i contenuti sui miei profili social. Facebook, Twitter, Instagram, anni e anni di post e foto, stronzate e cose serie, tutte quante finite nel cestino nel giro di qualche ora.
Mi ha fatto bene, sul momento: una corroborante sensazione di leggerezza.
I profili erano ancora lì ma erano vuoti.
Mi sembrava un buon compromesso.
Le controindicazioni però non ci hanno messo molto a farsi vive. Per esempio, che ne sarebbe stato di questo blog? Che senso ha, oggi, scrivere qualcosa da qualche parte se poi non la si dà in pasto agli algoritmi, sperando che loro ti diano qualcosa in cambio?
Insomma, ho pensato, meglio rivedere i termini del compromesso. Meglio continuare a scrivere qui, e limitarsi a condividere i contenuti sui social solo attraverso le loro modalità più effimere, quelle che dopo un po’ non lasciano traccia. Le storie, in sostanza (una parola che ormai ci hanno scippato, insieme a molto altro; ma non divaghiamo). Questo nuovo compromesso, me ne rendo conto, ha le sembianze del suicidio. È una soluzione anacronistica, in questi tempi che premiano la condivisione frenetica e tentacolare. E non mi sfugge nemmeno che è viziata da una buona dose di incoerenza. Ma sto cercando una via, non è facile, e questo è quello che mi sento di fare.
Sparire, senza sparire del tutto.
Se non siete tra le pochissime centinaia di iscritti a questo blog, è probabile che oggi siate arrivati qua proprio attraverso le storie pubblicate sui social, o su post che avranno comunque una durata limitata: le uniche briciole di pane che seminerò d’ora in poi. E se in futuro, come preventivabile, le briciole non porteranno nessuno da queste parti, pazienza; spero ci saranno altre occasioni per restare in contatto.
Come diceva quello: «Ci sono infiniti altri mondi, oltre a questo».
Non ultimo, aggiungo io, quello tangibile.
Magari ci vedremo lì.

4 pensieri riguardo “disappear here (una spiegazione)

  1. Non ti conosco, ovvero ti conosco, solo perché seguivo i social di Adelphi e mi è sempre piaciuto il tuo modo di relazionarti con le persone, anche quelle che non conosci. Continuerò a seguirti qui, auguri, la vita è bella!

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