Vede, – disse l’uomo seduto di fronte a me nel treno, – io mi occupo di polvere, nient’altro che di polvere. […] Immagino che per lei la polvere sia soltanto un fastidio, trascuratezza e invecchiamento del mondo, invece è piena di novità. […] C’è una buona parte di polvere che arriva dallo spazio, pulviscolo cosmico, infinitesimi granelli di comete e meteoriti che ricadono sulla terra, così il pianeta aumenta di peso ogni anno, ogni anno la terra pesa diecimila tonnellate in più, diecimila tonnellate di polvere. Ma questa è polvere nobile, o almeno la parte nobile del mio mestiere, e ogni tanto noi che facciamo questo mestiere ci ritroviamo a Edimburgo e per qualche giorno parliamo delle novità che la polvere ha portato, come se una voce dal cosmo lanciasse notizie attraverso un afflato di polvere. […] Naturalmente c’è una polvere meno nobile, e una parte meno nobile del mio mestiere. È la polvere che si aggomitola sotto i letti, dietro gli armadi, lungo le prominenze dei muri. La polvere delle case è più difficile da decifrare perché più multiforme, ma quante notizie ci sono lì, notizie di chi vi abita; inconfondibili come un’impronta digitale. […] Molta polvere non appartiene alla casa, viene da vulcani che eruttano o foreste che bruciano in altri continenti, la porta il vento, ma il resto la produciamo noi, lei e io e tutti gli altri facciamo migliaia di tonnellate di polvere, e io mi occupo anche di questa, ogni fiocco lanuginoso è diverso da un altro, dipende dalle abitudini dei padroni di casa, basta saperla leggere la polvere, ingrandita migliaia di volte è come un bosco con tronchi liane e rocce, e una miriade di animali. È il mondo degli acari, vivono lì a milioni, senza occhi, con zampette acuminate, un unico blocco che forma il tronco e la testa. Se ne stanno lì, in attesa delle squame della nostra pelle. […] Lo so, avete tutti la mania delle pulizie di casa, non fate che spolverare e tirare a lucido, voi italiani più di tutti. Non potreste acquietarvi in un altro modo? Per fortuna la polvere non si distrugge, la si sposta soltanto con ingenui strumenti come il suo, e appena uscita dalla casa o dal camion che la scarica da qualche parte ritorna in circolo. Mi creda, della polvere non ci si libera mai. […] Nemmeno degli acari ci si libera. Le nostre camere da letto sono linde e curate, freschi i materassi, lenzuola alla lavanda, eppure nel suo letto come nel mio ci sono comunque un paio di milioni di acari, lei non li vede e loro non le danno disturbo, mangiano le squame di pelle morta che lei lascia ogni notte, migliaia di piccola squame si staccano da lei e finiscono nello stomaco degli acari, e poi ne escono, e lei può vederle al cinema, sono quei granelli che brillano nel fascio di luce del proiettore, o in un sottile raggio di sole che sguscia dalle persiane della sua camera da letto, quelle particelle sospese non sono polvere, sono escrementi, la sua pelle digerita e liberata dagli animaletti.

Daniele Del Giudice
L’orecchio assoluto, in Racconti
Einaudi, 2016
curatino ma pedante
Salve. Potrei sapere perché mi arrivano sempre due mail identiche di nepente?Complimenti per la vostra originalità, vi leggo con piacere.Inviato da smartphone Samsung Galaxy.