A un certo punto il disc-jockey ossia imbonitore tra disco e disco della radio Nuno Tuno nel bel mezzo di uno sproloquio si è messo a sbavarsi in un modo che in tutta la Rai non si era mai vista una persona che si sbavasse in quel modo; venne portato in uno sgabuzzino e lì Nuno Tuno continuò a sbavarsi tra l’ammirazione generale. Questa bava che ormai lo ricopriva dalla testa ai piedi si andava intanto raffreddando e solidificando in una cuticola protettiva che lo rinchiudeva tutto intero tranne un buco per la bocca, alla maniera di una pupa. Nuno Tuno rimase in stato quiescente lì nello sgabuzzino con gli arti saldati alle pareti del corpo e la tunica sempre più sclerificata, ma dopo qualche giorno si vide che si era appeso con la testa all’ingiù mediante un complesso di uncinetti, detto cremaster, a un supporto tappezzato di seta e di fili serici come quelli che avvolgevano il suo bozzolo e lo tenevano stretto. Nei relativi comunicati invece di pupa Nuno Tuto veniva detto crisalide, il che è inesatto perché non c’è alcuna prova che
sia diventato un lepidottero. Qualunque cosa fosse diventato, alla Rai non sapevano che farsene, finché non si scoprì che la pupa di Tuno non solo parlava, ma addirittura prediceva l’avvenire. Così venne trasferito al Primo Canale della Televisione in qualità di Oracolo, categoria giornalisti; appena finito il Telegiornale, che descrive o dovrebbe descrivere i fatti del giorno, appare Nuno Tuno a testa in giù nel suo bozzolo iridescente e racconta i fatti del giorno dopo. Queste predizioni non sempre si avverano e comunque si è presto visto che alla gente non piace sapere davvero quel che succederà, soprattutto se poi non succede. Ci furono molte proteste, per esempio, perché Nuno Tuno aveva annunciato la morte del Presidente del Consiglio e poi si dovette constatare che non moriva, tutt’altro. Il direttore dei servizi ha deciso di lasciare la pupa di Tuno appesa in pace nel suo sgabuzzino, in attesa di quel che possa venirne fuori. Nel frattempo ha incaricato un inserviente di spolverarla di quando in quando con l’aspiratore automatico, il che alla lunga potrebbe rivelarsi dannoso per il futuro mostro.

J. Rodolfo Wilcock
Il libro dei mostri (1978)
Adelphi, 2019