(leggere in parallelo i diari e i racconti di Cheever è interessante perché mostra come dei piccoli particolari della biografia filtrino nei racconti; ad esempio l’immagine del figlio al mare, che da semplice notazione cresce fino a diventare un momento di pausa nel conflitto tra due personaggi)
Una giornata magra e mi domando come ho fatto a rovinarla così. Mentre nuoto con la maschera vedo mio figlio che nuota con la sua. È strano e commovente vederlo sott’acqua, la poca sabbia che tocca si alza lentamente, come fumo. Seduto su uno scoglio al sole, m’interrogo su questa debolezza emotiva che mi colpisce.
da una pagina degli anni ’50 in
John Cheever
Una specie di solitudine. I diari
trad. it. di Adelaide Cioni
Feltrinelli, 2012
Io e mio figlio non siamo buoni amici, ed è quando siamo entrambi al massimo delle possibilità che siamo in disaccordo su tutto. Sembra sempre che vogliamo lo stesso posto al sole. Sott’acqua, invece, siamo grandi amici. Sono deliziato nel vederlo come il personaggio di un film, a testa in giù e coi piedi in su, armato di arpione, con l’acqua che fuoriesce dal boccaglio e la sabbia che scorre e viene su come fumo quando la smuove. Qui, nell’acqua profonda, tra le rocce, riusciamo a sfuggire alla tensione che altrove rende irritante il nostro rapporto.
dal racconto Brimmer (1959) in
John Cheever
Racconti
trad. it. Marco Papi
Feltrinelli, 2012