Al contrario di quanto si potrebbe pensare, l’intelligenza di una persona non ha nulla a che vedere con la capacità di riconoscere o evitare degli imbrogli. Anzi, spesso sono proprio le persone più intelligenti le prime a essere tratte in inganno. Ma perché è così? Per rispondere consideriamo le parole del prestigiatore John Mullholland:
[Un trucco] è costruito in modo tale che ogni cosa appaia così chiaramente pulita e onesta che quel paio di momenti su cui dipende il successo dell’inganno può scivolare via senza attirare l’attenzione… ciò che il pubblico pensa di vedere è stato semplicemente detto o suggerito per mezzo della mimica ma non è stato fatto. Il sotterfugio è passato inosservato perché è stato fatto in modo che tutti guardassero proprio nel posto sbagliato esattamente nel momento giusto… [inoltre] più estese sono le conoscenze della persona che guarda e più è facile ingannarla perché la sua mente può essere distratta in tanti più modi.
Non per niente tra i prestigiatori è ben noto il fatto che il pubblico più difficile non è una classe di docenti universitari bensì un party di bambini. Continua Mullholland:
È difficile presentare dei trucchi a dei bambini perché è quasi impossibile ingannarli. Hanno così poca familiarità col principio di causa ed effetto che difficilmente capiranno che l’arancia è nel cappello perché ce l’ha messa il prestigiatore. Gli adulti sanno naturalmente che qualcosa deve essere dove la si è messa. In realtà, l’arancia probabilmente non è nel cappello: il prestigiatore ha semplicemente simulato il movimento di metterla nel cappello e i bambini hanno ragione. È possibile dimostrare che una mente poco informata è più difficile da ingannare indicando un oggetto per un adulto, un bambino e un cane. L’adulto guarderà immediatamente nella direzione indicata. Il bambino guarderà il dito, poi seguirà la direzione verso cui esso sta puntando. Il cane verrà ad annusare il dito e si fermerà a fissarci.
(Massimo Polidoro, Metodo scientifico, pseudoscienza e psicologia dell’insolito)
Molto interessante
Chissà su quanti adulti hanno fatto il test? Oggi tenevo in braccio mio nipote ed entrambi eravamo inquadrati affinché ci scattasse una foto. Il bambino non guardava l’obiettivo, così il fotografo ha preso a schioccare le dita nel punto in cui voleva che la creatura guardasse. Il bambino si distraeva e io pure, con grande ilarità di tutti.