La città del buonsenso. La città dell’assennatezza. Così gli abitanti chiamavano Barcellona. A me piaceva. Era una bella città e credo di essermi abituato a lei già dal secondo giorno (dire dal primo sarebbe un’esagerazione), ma la squadra non andava come ci si aspettava ed ecco che la gente inizia a guardarti storto, succede sempre così, lo so per esperienza, all’inizio i tifosi ti chiedono l’autografo, ti aspettano davanti alla porta dell’albergo per salutarti, quasi ti assillano talmente sono affettuosi, ma poi arriva la sfiga e non ti molla e loro cominciano a tenerti il muso, e dicono che sei uno che cazzeggia, e che passa le notti in discoteca, e che va a puttane, voi mi capite, la gente comincia a chiedersi quanto guadagni, a farti i conti in tasca e giù illazioni e non manca mai lo spiritoso che ti chiama pubblicamente ladro o mille volte peggio. Comunque queste storie succedono da tutte le parti, a me personalmente era già successo qualcosa di simile, ma allora ero nel mio paese, giocavo in casa, mentre adesso ero uno straniero, e la stampa e i tifosi si aspettano sempre qualcosa in più dagli stranieri, è per questo che li fanno venire, no?
Io, per esempio, come tutti sanno, sono ala sinistra.

Roberto Bolaño
Buba, in Puttane assassine
Traduzione di Ilide Carmignani
Adelphi, 2015