“L’arte non giova a nessuno,” le rispose Garp. “La gente non può utilizzarla. Non la si può mangiare, non ti dà né un alloggio né dei panni per coprirti, e se uno è malato non si cura con l’arte.” Questa era la tesi di fondo di Garp sull’inutilità dell’arte, che Helen ben conosceva; lui respingeva l’idea che l’arte avesse alcun valore sociale: non poteva né doveva averne. Secondo lui le due cose non andavano confuse: da una parte c’è l’arte, dall’altra c’è aiutare la gente. Lui annaspava nel mezzo: era, dopo tutto, il figlio di sua madre. Ma, fedele alla sua tesi, considerava l’arte e l’impegno sociale due cose distinte. Il casino succede quando certi babbei cercano di combinare queste diverse attività.

John Irving
Prefazione a Il mondo secondo Garp (1978)
Traduzione di Pier Francesco Paolini
Bur, 2013