Gould ha una cattiva opinione della maggior parte degli scrittori, dei poeti, dei pittori e degli scultori del Village, e non si perita di dirlo. A causa della sua schiettezza non è mai stato ammesso in nessuna delle tante organizzazioni di arte, scrittura, cultura e «ismi» vari. Da dieci anni cerca di entrare nel Raven Poetry Circle, che ogni estate allestisce una mostra poetica in Washington Square ed è la più potente organizzazione di questo genere del Village, ma ogni volta viene respinto. Il presidente dei Raven è un impiegato in pensione della New York Telephone Company di nome Francis Lambert McCrudden. Per anni McCrudden ha raccolto le monetine dai telefoni pubblici della sua società. È un autodidatta e un grande idealista. Il suo tema preferito è la dignità del lavoro, e la sua opera principale è una poesia autobiografica intitolata L’Acchiappanichelini. «Consentiamo al signor Gould di partecipare alle nostre riunioni di lettura, ma purtroppo non ci è assolutamente possibile accettarlo fra i nostri membri» ha detto una volta McCrudden. «Gould non prende sul serio la poesia. Alle nostre riunioni serviamo del vino, e questa è l’unica ragione per cui partecipa. Talvolta insiste per leggere certe sue stupide poesie, e allora diventa irritante. Alla serata dedicata alla poesia religiosa ha chiesto di poter recitare un suo componimento intitolato La mia religione. Gli ho detto di sì, ed ecco che cosa ha recitato:
D’inverno son buddista
e d’estate son nudista.

Joseph Mitchell
Il segreto di Joe Gould (1964)
Traduzione di Gaspare Bona
Adelphi, 1994