Io non sono cattolico, anche se i miei mi battezzarono (potrei, in coscienza, dichiarare che “non ricordo il fatto”) e anche se battezzati sono i miei tre figli: per quieto vivere, perché così vogliono Viola e i genitori e i suoceri. Non ho, voglio dire, il senso del peccato che perseguita i cattolici. E sono un uomo dei tempi miei, ovviamente, sottoposto cioè alle tensioni e alle suggestioni – contraddittorie, certo – della nostra età. Sicuramente subisco anch’io gli effetti della pubblicità, tanto più micidiali quanto più sottili e sagaci. Orbene, l'”articolo” più reclamizzato, oggi in Italia, è proprio il sesso. Letteratura, cinema, moda, costume, ce lo impongono di continuo. Una mia naturale disposizione accedere completa il quadro.
Perciò senza rammarichi e senza complessi un bel giorno mi decisi e telefonai al numero che mi aveva dato un amico. Bastò fare il suo nome, e la voce femminile, dall’altro capo, mi invitò a presentarmi, quella stessa sera alle cinque, in un locale dalle parti di via Archimede, intestato a certa Ceccarelli Armida, di professione affittacamere.

Luciano Biaciardi
Il peripatetico, in L’antimeridiano, vol. 1
Isbn Edizioni/ExCogita, 2005