Colui che conosca le pieghe e le complessità del corpo della propria madre, egli non morirà mai. Colui che conosca le latitudini del corpo della propria madre, colui che l’abbia sollevata tra le braccia e quindi battesimalmente immersa nella vasca da bagno al pianterreno, prima una e poi l’altra delle sue gambe alabastrine, colui che la lavi con camioncini di sapone Woolworth, colui che ruoti le stridenti manopole e saggi la temperatura dell’acqua con l’interno del proprio polso […], colui che inali l’acre e avvilente tanfo del corpo della propria madre mentre lava via gran parte del lezzo […], colui che abbia asciugato con una spugna le stalattiti di bava dalla bocca della propria madre, che abbia spinto di lato l’invadente tenda viola della doccia per meglio sollevare la propria esile madre al fine di lavare il sedere dove talvolta una dolce merda infantile si raggruma causandole al tempo stesso disagio e vergogna […], colui che mentre la lava pianga sulle condizioni della madre, pianga silenziosamente, senza aggiungere al proprio pianto parole o sguardi pietosi o soffiamenti di naso o singhiozzi, solo un pianteremo schietto, colui che poi si riprenda rapidamente ed energicamente e formuli un ringraziamento per il mero fatto di avere ancora una madre […], colui che quindi abbracci la madre (daccapo), sentendo, nella vampa di orzo e luppolo lavorati, che la propria vita è comunque la migliore delle vite, colma di notizie cattive e di buone, di pienezza e di penuria, di pena e di premio, di sacro e di profano, di maschile e di femminile, di presente e di ritorni del passato, colui che in tale istante di travaglio e rispetto, conosca il perché del fiorire della rosa, del canto dei bicchieri di cristallo, della morbidezza delle labbra umane quando baciate, del soffrire dei genitori, egli non morirà mai.
Hex Raitliffe. E se costui è un eroe, allora gli eroi sono a bizzeffe, e il mondo ne è pieno come lo è di cani randagi, gomme lisce e chiavi smarrite.

Rick Moody
Rosso americano
Traduzione di Sergio Claudio Perroni
Bompiani, 1999