Parlava di un robot con l’alto cattivo che, guarito da questo malanno, era diventato molto popolare.
Ma ciò che rendeva notevole il racconto, scritto nel 1932, era che prevedeva l’uso del napalm sugli esseri umani.
Il napalm veniva lanciato su di loro dagli aerei. Erano dei robot a effettuare il lancio. Questi robot non avevano né coscienza né circuiti che gli permettessero di immaginare cosa succedeva alla gente sulla terra. Il capo dei robot di Trout sembrava un essere umano e sapeva ballare e così via, e anche uscire con le ragazze. E nessuno ce l’aveva con lui perché sganciava il napalm sulla gente. Quello che trovavano imperdonabile era il suo alito cattivo. Poi però il robot riuscì a curarsi, e la razza umana lo accolse tra le sue file.

un racconto di Kilgore Trout citato in
Kurt Vonnegut, Mattatoio n° 5 (1969)
Traduzione di Luigi Brioschi
Feltrinelli, 2005